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I limiti dell’insediamento preromano che hanno fondato la città di Genova sono stati nettamente stabiliti dai ritrovamenti di una necropoli ligure situata nell’area sommitale di Castello. La mitologia vuole che lì vi fosse anche un tempio dedicato a Giano bifronte da cui deriverebbe il nome Genova (Janua).
La città compiuta, in letteratura, viene raccontata a partire dal XI secolo in cui si presume che l’insediamento fosse concentrato tra mare e monti; tra la Ripa ed il Castrum. Da quel momento la città ha visto una costante e continua espansione con la crescita del tessuto urbano e la realizzazione delle della prima cinta muraria a monte risalente al XIII secolo a si cui sono succedute altre più esterne mano a mano che Genova cresceva economicamente e di prestigio.
Pur considerando che il nucleo urbano risale ad epoche preromaniche, i documenti cartacei pervenuti partono dal XIII Secolo per arrivare ai giorni nostri.
Situato nel cuore della “città mercantile” del Medioevo, tra Banchi e la Ripa, l’attuale edificio contrassegnato dal civ. 3 di via al Ponte Reale a cui appartiene il Genoa Holiday, faceva parte, in quel tempo, di un complesso edilizio che costituiva un isolato composto da tre fabbricati contigui: gli attuali civ. 1, civ. 3 e civ. 5 di via al Ponte Reale. In particolare il civ. 1, con fronte verso la Ripa, era di proprietà di Negroni de Nigro de Bancis e fratello e di Cosma Lomellinus; il civ. 3 aveva l’entrata su Vico Cartai ed era di proprietà di Battista Lomellinus. Il resto del lotto (l’attuale civ. 5) era diviso tra Leonardo de Nigro de Bancis (fronte verso Piazza Banchi) e Maddalena ved. Vinciguerra de Nigro.
L’edificio si trasformò in palazzo nobiliare in virtù di un radicale intervento edilizio cinquecentesco che comportò la fusione delle due originarie case accostate (a schiera) mono - famigliari, erette dai De Nigro e dai Lomellini, le quali avevano già subito un primo restauro dopo la metà del XV secolo. L’originario paramento medioevale di facciata, in pietra da taglio a fasce bicrome, fu intonacato ed affrescato.
Nella seconda metà del XVI secolo, in conseguenza del rinnovamento urbano del centro commerciale di Banchi, l’edificio viene ridotto di superficie sul lato di ponente, subendo l’amputazione della parte archivoltata su via al Ponte Reale per consentire l’allargamento della stessa strada (anno 1594).
Chiusa l’entrata su Piazza Banchi, l’edificio civ. 5, già interessato in epoca seicentesca da una rifusione con l’attuale civico 3, nel novecento è stato separato da quest’ultimo con l’apertura di un portone d’accesso su via al Ponte Reale e la conseguente costruzione di un nuovo vano scala, lasciando a servizio dell’attuale civ. 3 la scala esistente cinquecentesca.
Nel sec. XVII il lotto risulta diviso fra tre proprietà, gli attuali civici 1, 3, 5, con entrata rispettivamente da Via al Ponte Reale e da Piazza Banchi.
All’inizio del XIX sec. sul lotto insiste un edificio per abitazione con “scagni” a piano terra ed il ceto sociale cui appartengono gli abitanti è abbastanza elevato: troviamo un notaio, il presidente della Corte d’Appello, una famiglia di negozianti, un mediatore marittimo che ivi risiedono con la famiglia e la servitù. Ancora nel 1838 la casa è abitata da un banchiere, un orefice, un orologiaio.
Dal censimento del 1871 e dal Catasto unitario si evince che a fine secolo l’isolato ha destinazione prevalentemente alberghiera. Il civ. 1, acquistato dopo la metà del XVI secolo da Michele Adorno, divenne la sontuosa dimora del casato. Compare nel registro dei rolli dal 1614 a nome della famiglia Adorno. Nel XIX secolo, il civ. 1, ancora di proprietà della Famiglia Adorno, divenuto “Hotel de France“, si inserisce negli importanti alberghi cittadini che si affacciano sulla Ripa, ospitando fra le molte personalità anche Alexandre Dumas.
L’edificio attualmente è sottoposto alle disposizioni di tutela architettonica in quanto “la Casa in via al Ponte Reale n. 3 ha importante interesse”.
Oggi le unità immobiliari che compongono il complesso edilizio sono destinate soprattutto ad uso abitativo ed in piccola parte ad ufficio, mentre al piano terra i locali sono destinati a negozi.